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In ogni goccia di pioggia la mia vita fallita piange nella natura.
C'è un po' della mia inquietudine nel gocciolio,
nelle raffiche attraverso le quali la tristezza della giornata
si rovescia inutilmente sulla terra.



Alcuni hanno un grande sogno nella vita e mancano a quel sogno.
Altri non hanno nella vita nella vita nessun sogno,
e mancano anche a quello.



Considero mie, con maggiore consanguineità e intimità, talune figure che sono scritte nei libri, certe immagini che ho conosciuto nelle illustrazioni, più di molte persone che sono considerate reali, che sono fatte di quell'inutilità metafisica chiamata carne e ossa.



Alla fine di questa giornata rimane ciò che è rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani;
l'ansia insaziabile e molteplice dell'essere sempre la stessa persona e un'altra.




Se scrivo ciò che sento è perchè così facendo abbasso la febbre di sentire.
Quello che confesso con ha importante perchè niente ha importanza.



Che cosa c'è da confessare che valga la pena o che sia utile?
Quello che che è successo a noi o è successo a tutti o esclusivamente a noi; nel primo caso non è una novità e nel secondo caso non è una cosa che si possa capire.


C'è un destino uguale - uguale perchè astratto- per gli uomini e per le cose:
una designazione egualmente indifferente nell'algebra del mistero.




Sperare?
Cosa devo sperare?
Il giorno non mi promette altro che il giorno e io so che esso ha un decorso e una fine.
La luce mi anima ma non mi migliora, perchè uscirò da qui come sono arrivato qui: più vecchio di ore, più allegro di una sensazione, più triste di un pensiero.



No: se osservo me stesso come osservo la città riconosco che l'unica cosa che posso sperare è che questo giorno abbia una fine, come tutti i giorni.



Posso immaginare tutto perchè non sono niente.
Se fossi qualcosa non potrei immaginare.




Rendere monotona l'esistenza affinchè essa sia monotona.
Rendere anodino il giorno-per-giorno affinché la più piccola cosa sia una distrazione.



Un uomo, se possiede la vera sapienza, può godere l'intero spettacolo del mondo seduto su una sedia, senza saper leggere, senza parlare con nessuno, soltanto con l'uso dei sensi e il fatto che l'anima non sappia essere triste.



La monotonia delle vite comuni è apparentemente terribile.
E, se la vita è essenzialmente monotonia, in realtà quell'uomo è scampato alla monotonia più di me.
La verità non è sua non è mia perchè la verità non è di nessuno;
ma la felicità è sicuramente sua.

Una sola cosa mi meraviglia più della stupidità con la quale la maggior parte degli uomini vive la sua vita: l'intelligenza che c'è in questa stupidità.


E così, facendo quello che non voglio fare e sognando quello che non posso aver,
trascino la mia vita [...], assurda come un orologio civico fermo.

Rifiuto la vita reale come una condanna;
rifiuto il sogno come una liberazione ignobile.
Ma vivo la parte più sordida e più quotidiana della vita reale;
e vivo la parte più intensa e più costante del sogno.


La tragedia principale della mia vita è,
come ogni tragedia, un'ironia del Destino.


Ognuno di noi è più di uno,
è molti,
è una prolissità di se stesso.

Siamo, anche se non lo vogliamo,
schiavi del momento,
dei suoi colori e delle sue forme,
sudditi del cielo e della terra.

L'amore codardo che tutti proviamo per la libertà
(libertà che, se la conoscessimo, troveremmo strana perchè nuova,
e la rifiuteremmo)
è il vero indizio del peso della nostra schiavitù.